giovedì 1 febbraio 2018

Chiang Rai

Oggi ho fatto un'altra escursione con destinazione Chiang Rai, ancora più a nord, dove si trova il triangolo d'oro dell'oppio. È una zona al confine tra Laos, Myanmar e Tailandia che una volta era dedita alla coltivazione del papavero da cui si ricava l'oppio e dove c'è un'Isola che essendo terra di nessuno favoriva lo scambio illecito. Ora l'isola è del Laos e l'oppio non è più così richiesto quindi si sono dedicati al riso. A Chiang Rai ci sono 2 bellissimi templi da vedere, quello bianco e quello blu e poi un museo di un famoso (io non lo conoscevo) artista tailandese. Nel gruppetto questa volta sono l'unica viaggiatrice solitaria. Ci sono 3 cinesi che però non hanno comunicato affatto, 3 brasiliane che hanno comunicato poco, un gruppo composto da 2 brasiliane e un canadese di origini thai con cui ho comunicato molto e una coppia di signori svizzeri che hanno comunicato fin troppo....Alla faccia degli stereotipi!!! Lui parlava solo francese con il canadese ma non stava zitto un secondo e parlava con me e le due brasiliane in qualcosa che non si capiva e che la compagna (anzi "amica" come si è definita lei) che lo accompagnava traduceva. Lei parlava francese con il canadese e italiano con me perché sua mamma era ben che meno originaria di Asti e quindi lei parlava italiano. Due tipi davvero caratteristici. Chiacchierini, energici e simpatici hanno intrattenuto tutto per il lunghissimo e interminabile viaggio di andata e ritorno anche quando la gente voleva dormire. I due tempi sono bellissimi ma una roba mangiasoldi assurda con un fiume di gente esagerato. Io ammetto che divento un po'isterica in ste situazioni soprattutto quando vedi scene da medioevo di gente che ammazzebbe per un selfie e per portare a casa un ricordo di una cosa che quando era lì manco ha guardato per bene preso dalla foga. Mi fa anche passare la voglia di fare le foto... ma a parte questo i due templi sono davvero impressionanti. Il museo mi è piaciuto meno ma forse perché non conoscevo sto tizio.
Poi siano andati a vedere la tribu dei colli lunghi. Quelli che nei documentari fanno vedere con tutti gli anelli al collo. Ho fatto delle belle foto li perché c'erano un sacco di indigeni di varie tribu con le loro cose da vendere ma mi ha fatto un po' tristezza vedere loro ridotti a guadagnare da vivere con poca mercanzia e soprattutto agghingando i bimbi in modo da attirare i turisti per le foto. Il ragazzo canadese sostiene che alla fine non se la passano male, i bimbi corrono liberi nel prato, giocano e devono solo stare lì a mettersi in posa ogni tanto....forse alla fine ha ragione. È che proprio non riesco a vedere il turista da fuori. A me farebbe troppo incazzare se uno venisse da me mi facesse la foto e ciao arrivederci. Buh. Forse sono troppo limitata.




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